Il libro“Tutto o niente”, Marco Tardelli si racconta all’Aniene

“Tutto o niente”, Marco Tardelli si racconta all’Aniene

Una serata particolare, quella di lunedì nel Salone del Circolo. Una presentazione di un libro completamente diversa da quelle che l’hanno preceduta. Meno letteraria, più disinvolta. E sì che in prima fila c’erano Cesare Romiti ed il capo della Polizia Franco Gabrielli ed il pubblico era quello delle grandissime occasioni a contare i volti noti.

Si parlava di “Tutto o niente”, edizioni Mondadori, autori Marco Tardelli e Sara Tardelli: Padre e figlia. Una storia di quelle che di solito si dicono scritte a quattro mani e che invece il lui della coppia precisava che era meglio dire a due mani e due piedi. O forse, abbiamo poi capito, meglio ancora a due cuori che battono all’unisono.

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Un backstage di una carriera calcistica ben rappresentata dall’urlo del Bernabeu ’82, ma anche di una vita personale e soprattutto sentimentale vissuta senza risparmio. Lui parla, lei scrive. Marco è scuola-Juve ed università-Bearzot; Sara lavora come autore in Rai, è stata per dodici anni con Giovanni Minoli nelle redazioni de ‘La storia siamo noi’ e di ‘Mix24’ su Radio24 ed ora racconta il campionato agli italiani all’estero con Enrico Varriale attraverso ‘La Giostra dei Gol’ di Rai Italia. Ed è normale quindi che ne sia venuto fuori un bel lavoro, fatto di pagine che corrono via una dopo l’altra, con tutta una serie di piccole ed inattese scoperte anche per chi pensava di sapere tutto.

Al tavolo a conversare con gli autori il presidente Giovanni Malagò, che di Marco è anche amico, il consocio Dino Zoff, che ne è stato compagno e capitano in azzurro ed in bianconero, il consocio Jacopo Volpi, ovvero Dribbling, La domenica sportiva e Novantesimo minuto, Riccardo Cucchi, prima voce di Tutto il calcio minuto per minuto, e Piercarlo Presutti, capo sport dell’Agenzia Ansa.

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Un’ora di autentico spasso, volutamente a largo da ogni presunzione di recensione critica. E non si poteva non finire con il parlare anche dell’amicizia di Marco Tardelli con Moana Pozzi. “Ti ha messo 8 come voto…”: si complimentava uno. “Ed a Falcao ha messo 5…”: chiosava uno dei tanti juventini presenti ai non meno romanisti. “Forse magari a Totti avrebbe messo 10… – borbottava un Pasquino di passaggio – perché forse Moana ma non dava voti ai calciatori si riferiva ai loro numeri di maglia”.