VelaRegateLa Durlindana II di Giancarlo Gianni all’Atlantic Rally for Cruisers…un’esperienza fantastica

La Durlindana II di Giancarlo Gianni all’Atlantic Rally for Cruisers…un’esperienza fantastica

L’ ARC ,atlantic rally for cruisers ,è la più importante traversata atlantica per barche da crociera, quest’anno è giunta alla 27° edizione e Giancarlo Gianni, con la sua Durlindana II ha voluto provare questa magnifica esperienza giungendo all’ottavo posto nella classifica overall cruisers e al 2° posto nella categoria B.

Complimenti all’equipaggio:

Giancarlo Gianni skipper navigatore timoniere

– Vittorio Nervi , albero drizze

– Giorgio Lari , prodiere

– Mario Benigni ,pozzetto

– Peppe Barone ,timoniere

– Alberto Batacchi, prodiere ,tailer

– Marco Profili, timoniere ,tailer

Giancarlo Gianni, grazie al suo racconto, vuole trasmetterci le emozioni, i rischi e le gioie provate in questa sensazionale traversata:

“…Vi voglio raccontare cosa significhi affrontare 2800 miglia su una barca di 15 mt.

Il primo requisito che consiglio è quello di avere un buon equipaggio, deve essere capace ,complementare ,motivato dagli stessi obiettivi ,pronto ad offrirsi per fare una manovra piuttosto che a sottrarvisi, ma SOPRATUTTO deve avere il reciproco piacere di stare assieme . 15 gg sono eterni se ti sta sullo stomaco qualcuno e fare una traversata in un’atmosfera tesa riduce il tutto ad un esercizio logistico.

In questa scelta sono stato fortunato :su un ossatura di rugbysti si sono bene inseriti tre amici che hanno dato le loro complementarità adeguandosi al nostro senso di squadra.

Il secondo requisito è la tenuta mentale ,questa edizione ,che è stata una delle più veloci e ventose , ha offerto momenti di cattivo tempo molto anomali rispetto a quelli consueti della stagione. Per la prima volta nella sua storia la partenza delle barche da crociera è stato differito di due giorni causa maltempo,(ONDE DI 6 MT DA NORD E VENTO 35 KN DA SUD OVEST) e nonostante questo quando siamo partiti noi il meteo non era molto dissimile. Ricordo la seconda notte di navigazione con questa situazione che dicevo tra me e me ‘ma se questo è l’oceano…?? o fino ad ora non avevo colto la reale potenza oppure , come dice il nostro Enrico , cosa ci faccio io qui? In quel momento lo scenario di navigazione era uno solo, scendere per 5 gg a favore di burrasca per prendere un giorno di bonaccia ed entrare negli alisei da est che avrebbero soffiato a 20 kn ,poi risultati 25, con botte a 35 nei groppi , e mare sempre incrociato. Abituati al mediterraneo, dove puoi soffrire 100 ml, ma poi un ridosso lo trovi, questa configurazione meteo ti può …mettere in difficoltà.

Poi c’è la gestione delle inevitabili avarie a minare la tua serenità, ne abbiamo avute soprattutto al motore(indispensabile per la ricarica delle batterie), una marmitta nuova che imbarcava acqua ci ha costretto ogni volta che lo accendevamo e spegnevamo a togliere e mettere un tappo sul foro della marmitta a poppa ,pochi cm sopra la linea di galleggiamento! Oppure quando si è rotta una tubazione dell’impianto di raffreddamento e n on avendo tubazioni analoghe ho segato il manico in tubolare metallico dell’anta del forno e l’ho usato per ripristinare il circuito di raffreddamento..

Altro aspetto delicato è quello che riguarda l’equilibrio tra l’avere molta cambusa ,vele ,materiale di rispetto e garantire una buona abitabilità nella barca ed un appesantimento non eccessivo (la barca più è leggera più e sicura perché meno sollecitata, un po’ come reagiscono i freni di un auto se c’è il solo conducente o se si viaggia con 5 persone e bagagli).

Avere la barca strapiena comporta inoltre avere un disagio ambientale considerevole ma avere vele in abbondanza ti garantisce una risorsa da spendere in regata. Noi siamo partiti con 11 vele , che hanno invaso la dinette della barca e sulle quali abbiamo spesso dormito , ne abbiamo utilizzate 8 e rotte 2.

Ma com’è questo atlantico ? cosa ha significato attraversarlo?

con una buona barca ,e per buona intendo affidabile , un programma meteo che ti rappresenti lo scenario evolutivo ed essendo opportunamente invelati,anzi avendo un sistema di riduzione della superficie velica efficace ,il fattore tempo per ridurre vela è sostanziale , immaginare di armare la trinchetta portare la vela in coperta agganciare le scotte mettere a riva la vela , di notte con 35 nodi sotto groppo con pioggia forte ,con mezzo equipaggio al turno di riposo …..equivale a non averlo.

L’atlantico rispetto al mediterraneo ha meno variabili che condizionino l’evoluzione meteo,pertanto si può programmare una rotta che ci consenta di stare alla larga da cattive sorprese .Qualche sventolata ci capiterà ma affrontandola nelle andature portanti con la giusta superficie velica ,dico giusta perché troppa poca equivale a non reagire tra le onde,è lo scotto che si deve pagare. Poi ci sono i groppi, micro perturbazioni con venti fino a 45 kn e piogge forti, che durano da ½ ora a 3 ore (almeno per la nostra esperienza),ben visibili di giorno ,praticamente invisibili nelle notti senza luna. E’ questa la situazione in cui occorre ridurre tela velocemente.

La PAURA ,si dice che accompagni un po’ tutti i marinai , ed anche io ne ho avuta .arrivati verso il terzo giorno ho percepito la sensazione che stavamo portando la barca a dei limiti cui non l’avevo mai sottoposta e governata da un equipaggio stanco. I report dell’organizzazione erano bollettini di guerra , timoni rotti, disalberamenti…. . Temevo un’avaria grave, in un punto in cui tornare indietro sarebbe stato impossibile e ci stavamo allontanando da capo verde. Noi avevamo previsto acqua per 15 gg , se qualcosa fosse andato storto avremmo usato quella dei serbatoi ed il desalinizzatore , ma un disalberamento a 2200ml ti costringe a navigare a 3/4 kn e quindi impiegare 25/30 gg. Ho deciso di navigare un po’ sotto invelato per circa 20 ore , per riprenderci dalla stanchezza e tirare il fiato noi e la barca. Sicuramente in quelle ore abbiamo perso la regata ma chissà forse ci siamo salvati da un brutto infortunio. Questa è stata la mia paura ,ma , man mano che ci avvicinavamo e le condizioni diventavano meno impegnative, abbiamo spinto al limite barca ed attrezzatura ,rompendo (soltanto ) 2 spy ed una una drizza.

Parliamo delle cose piacevoli, noi abbiamo navigato con vento sempre al lasco o di poppa per 2800 ml .E’ un regalo troppo bello per chi ama navigare , onde di poppa di 4mt che ti si avvicinano con ritmo ciclico, 25 kn di vento che si riducono a 15 di apparente e tutto questo per migliaia di miglia ,con intorno null’altro che il mare , su una rotta che ha visto solcare navi con chi ha contribuito a fare la storia delle civiltà moderne .Se questo non vi basta non fatelo, ma se, come me, sognavate di farlo ma eravate un po’ impauriti dagli imprevisti della navigazione LANCIATEVI,preparate bene la barca ,scegliete con attenzione l’equipaggio e via, il premio è troppo alto per non provarci.

P.S.: Un ringraziamento a Rudi Peroni, che ha più volte traversato l’atlantico e mi ha visto crescere velisticamente. E’ stato il suo :’ma si , dai Lallo la devi fare l’ARC’ a spingermi a partecipare. GRAZIE ne valeva veramente la pena .”